Info da EuroSport
Secondo oro (ndr il primo a Bardonecchia - Olimpiadi 2006), a soli 23 anni, per il mito dello snowboard mondiale...
Non c'erano dubbi: era l'uomo da battere. Perché Shaun White, il ragazzino delle meraviglie, quello che a quattordici anni rubava la scena del freestyle mondiale con il suo volto brufoloso, ormai è diventato grande. E può diventare ancora più grande, forse il più grande di sempre in una specialità ancora giovane e in costante evoluzione. Perché White, anche se ha appena 23 anni si può già considerare un veterano: ha vinto tanto, e guadagnato tantissimo. E' uno degli sportivi più affermati e più contesi dagli sponsor tecnici e dell'abbigliamento sportivo invernale. Era arrivato a Vancouver con qualche voce sinistra alle spalle: "E' diventato ricco, è ormai appagato, vuole fare cinema, gli interessa lo showbusiness..." si diceva del ragazzino arricchito.
Balle: il cinema Shaun lo ha fatto ma sull'halfpipe disegnando la run più bella di sempre nella storia di questo sport... Una roba mai vista: un backside air da oltre cinque metri, poi un paio di 1080 e un 540 da urlo (guardare per credere). Il tutto nella seconda run, quando ormai era già sicuro dell'oro (grazie al 46.8 della prima run) con quasi due punti di vantaggio sul finlandese Piiroinen che si era migliorato nel secondo percorso. Ma lui è sceso lo stesso: "Per divertirmi e per divertire".
Ora White può anche volare al cinema: perché in tutta onestà non si capisce quello che dovrebbe fare di meglio e di più sulla tavola. Il suo 48.4 della seconda run, la consistenza assoluta della sua prova, il senso del rischio e la padronanza con la quale lo domina, è stato fenomenale. Inattaccabile...
White, uno dei personaggi più influenti nella storia dello sport, capace di inventare trick imitati da migliaia di appassionati, capace di smuovere l'interesse di milioni di fans anche solo indossando una maglietta, ha voluto dimostrare a tutti di essere uno sportivo, un agonista e non una macchina da marketing: "Queste sono occasioni uniche, nelle quali non puoi non dare tutto te stesso anche se hai già vinto e anche se non puoi chiedere niente di più a te stesso - dice Shaun una volta conclusa la sua incredibile performance - avevo già vinto a Torino ma non mi bastava; avevo vinto anche nelle qualificazioni, ma volevo che qui a Vancouver fosse tutto perfetto".
Lo è stato. Anche nella sua dichiarazione di fine gara: "Appagato? Non ho alcuna intenzione di smettere di gareggiare, lo sport è il mio primo obiettivo".
Anche se possiede già un paio di Lamborghini che, curiosamente, fa guidare da un amico: "Perché io - dice - preferisco le macchine comode a quelle veloci".